Omelia (23-04-2015)
Paolo Curtaz


Chi fra di noi può affermare con prudenza e moderazione di avere avuto esperienza di Dio, non per suo merito ma per incomprensibile dono, sa quanto è vero ciò che afferma Gesù. Quando, dopo un percorso più o meno lungo, avendo indagato con intelligenza e passione la verità dell'annuncio evangelico, accompagnati da dei credenti o, meglio da una comunità, abbiamo spalancato il nostro cuore all'accoglienza del volto di Dio, la prima sensazione che è emersa dalla nostra anima è la consapevolezza di avere trovato chi da tempo ci stava cercando. Noi cerchiamo colui che ci cerca e, da un certo punto di vista, possiamo avvicinarci a Dio solo perché egli per primo si è fatto vicino. In Gesù questa vicinanza si è resa ancora più forte ed evidente. L'accenno che Gesù fa ad un pane di vita che sazia i nostri cuori, è stato giustamente interpretato dalla prima comunità cristiana come un esplicito riferimento all'eucarestia. Se cerchiamo Dio lo possiamo anzitutto trovare nei segni che egli ha voluto donare all'umanità. Ogni volta che celebriamo la cena del Signore e ci nutriamo al pane di vita facciamo concreta e reale esperienza di Dio.