Omelia (02-05-2015)
Paolo Curtaz


Devo essere sincero: nella mia lunga vita ho incontrato molti credenti e pochi cristiani. Intendo dire che sono ancora molte le persone che credono in Dio, che cercano una risposta alle grandi domande della vita, che frequentano le comunità cristiane. Ma quando mi confronto con loro, mi accorgo che la loro idea di Dio ha ben poco a che vedere con il Padre che Gesù è venuto ad annunciare. Nel dialogo con Filippo, Gesù, quasi stupito, ribadisce all'amato apostolo di origini straniere, di essere in profonda comunione con il Padre. La comunità cristiana, dopo la resurrezione del Signore, capirà il significato di quella sconcertante affermazione: Gesù e Dio sono una cosa sola, egli è in Dio e Dio è in lui, non attraverso una particolare sensibilità spirituale, ma in una vera e propria identificazione. Gesù è il figlio di Dio che ci rivela il vero volto del Padre. Superiamo, allora, la più che parziale visione di Dio che portiamo nel cuore per fidarci di ciò che Gesù ha detto e per convertirci, infine, alla sua vera identità. In Gesù anche noi diventiamo figli adottivi, abbiamo accesso a Dio e cresciamo nella sua conoscenza.