Omelia (08-05-2015)
Paolo Curtaz


Leggendo i Vangeli si resta colpiti dal fatto che gli evangelisti si correggono a vicenda. È come se cercassero di andare all'essenziale delle parole di Gesù senza tradirne l'intenzione. Ricordate la disputa su quale fosse il più grande fra i 613 precetti che il pio israelita era tenuto a osservare? Gesù, lo sappiamo bene, li aveva ridotti a due: amare Dio e amare il prossimo come noi stessi. Così riferiscono Marco e Matteo. Luca, poi, dice che quello è un unico comandamento. Giovanni osa fare di più e cambia il primo fra i comandamenti: non più amare Dio e il prossimo ma amarci fra di noi come Gesù ci ha amati. Anzi, ad essere più precisi, Gesù chiede a noi discepoli di amarci con l'amore con cui siamo amati dal Maestro. Quanto è vero! Come posso amare una persona che mi ha ferito? Come posso perdonare una persona che mi ha rovinato la vita? L'unico modo che ho di superare i miei limiti è quello di riversare sugli altri l'amore che ha colmato il mio cuore. No, onestamente non sono in grado di amare: sono troppe le ferite che hanno colpito il mio cuore, troppi i peccati con cui ho sporcato la mia anima! Ma se mi lascio riempire dall'amore di Cristo, tutto cambia...