Omelia (21-05-2015) |
Paolo Curtaz |
Mette i brividi pensare che Gesù ha pensato proprio a noi oggi, durante la preghiera sacerdotale dopo l'ultima cena... Eppure è proprio così: Gesù, dopo essersi preoccupato dei suoi discepoli che stanno per affrontare la durissima prova della sua morte, ha pensato anche a chi, attraverso di loro, si sarebbero convertiti, cioè a noi, a me. E per me, per noi, chiede una cosa inattesa: l'unità. Probabilmente non è la prima cosa che avrei chiesto in dono al Signore! Eppure, a pensarci bene, è proprio ciò che ci necessita... Unità con Dio, anzitutto, nella progressiva e piena consapevolezza di essere in intima unione con lui. Unità in noi stessi, nonostante le tante difficoltà che incontriamo nella vita e le incomprensioni. Viviamo in un mondo frantumato e fragile ed è difficile capire chi siamo e cosa ci stiamo a fare in questa vita. Unità con gli altri, che non diventa omologazione ma ricchezza nella diversità. Unità con chi, prima di me, ha conosciuto e amato il Maestro Gesù e me lo ha testimoniato lungo i secoli: è l'esperienza che facciamo nella Chiesa. Sì, è proprio di unità che abbiamo bisogno! |