Omelia (25-05-2015)
Paolo Curtaz


Che bello ricominciare il tempo ordinario portando nel cuore la splendida festa della Pentecoste! È lo Spirito che ci permette di capire e di comprendere le esigenze del Vangelo. Nel racconto del giovane ricco troviamo l'essenza della diversità cristiana. La fede non si riduce al rispetto di norme o precetti ma consiste nella sequela libera e liberante del Signore Gesù. Per essere suoi discepoli, però, dobbiamo ammettere che troppo spesso siamo legati ad abitudini che non vogliamo lasciare. Il giovane del racconto pur incontrando l'intenso sguardo amorevole del maestro, non riesce a staccarsi dalle sue ricchezze, materiali e morali. Conoscere il Vangelo è sempre un po' destabilizzante e ci mette in discussione: ciò che pensavamo essere fondamentale per la nostra vita viene relativizzato e noi per primi dobbiamo ammettere di non avere in noi stessi tutte le risposte. Il primo passo da compiere per diventare veramente discepoli è quello di liberarci dalle nostre false idee di noi stessi, degli altri, di Dio. Il nostro cuore per accogliere la novità del Vangelo deve potersi liberare da tutto ciò che lo ingombra.