Omelia (13-06-2015) |
Paolo Curtaz |
Quanto è difficile parlare chiaro! Quanto è difficile e coraggioso presentarsi agli altri per ciò che si è, non per ciò che si vorrebbe dimostrare. Quanto è difficile, anche nella Chiesa, distinguere ciò che ci proviene direttamente da Dio da ciò che, invece, è frutto della storia e dei ragionamenti umani (dignitosi e rispettabili). Quanto è difficile imitare Gesù nel suo parlare che non ferisce ma mette in discussione! Quanto è difficile capire che non dobbiamo tirare in ballo Dio quando non ce n'è bisogno! Così Gesù chiede ai suoi discepoli di fuggire da un linguaggio ambiguo e inaccessibile. Oso dire di più: così, forse, Gesù vorrebbe invitare i suoi discepoli a fuggire da un linguaggio religioso criptico e settario come, a volte, è ancora il nostro linguaggio nella Chiesa. Dire il vero di sé, parlare chiaramente non significa certo essere travolti da persone inopportune e insensibili. Non diamo la perla preziosa della nostra intimità e della nostra anima ai porci! Ma sforziamoci di essere chiari e autentici davanti a Dio e con noi stessi. Solo così saremo credibili quando abbiamo l'onore di annunciare il Vangelo. |