Omelia (29-06-2015)
Paolo Curtaz


Oggi la Chiesa celebra in un'unica festa Pietro e Paolo, le due colonne che hanno reso grande la comunità di Roma. Due discepoli che, ognuno nella sua sensibilità, hanno reso un grande servizio al Signore.
Che fantasia ha lo Spirito Santo! E che senso dell'umorismo e coraggio ha la Chiesa nel mettere insieme due santi così diversi che, in vita, hanno avuto più di un'accesa discussione e più di uno scambio di vedute... Pietro è stato chiamato da Cristo a diventare custode della fede, garante della integrità dell'annuncio che il Signore aveva fatto agli apostoli e al mondo. Ruolo non proprio adatto ad un umile ed illetterato pescatore di Galilea! Ma il Signore non guarda all'apparenza o alle capacità ma alla persona e al suo percorso. E Pietro, con la sua autenticità e la sua capacità di pentirsi per i propri peccati, ammettendo i propri sbagli, diventa capace di accogliere tutti senza giudicare nessuno. Pietro che diventa punto di riferimento per gli altri discepoli, presenza rassicurante e modesta della fedeltà al Signore. Paolo, invece, è il degno rappresentante di un mondo culturalmente aperto e dinamico, capace di riassumere in sé il meglio delle culture da cui proveniva. Il Signore lo ha chiamato per diventare strumento di evangelizzazione presso i pagani e a fondare la Chiesa fuori dai confini di Israele. Che grande dono di Dio sono stati!