Omelia (02-07-2015)
Paolo Curtaz


Il peccato ci porta alla paralisi totale. Ci impedisce di amare, innalza attorno a noi un muro fatto di nebbia che confonde la luce con le tenebre. Oggi si parla poco e male del peccato, come se fosse una innocente fragilità senza conseguenze. Non è così: in noi coesistono luce e tenebra in proporzioni uguali. Siamo nati con questo fardello ma, questa è la buona notizia, possiamo liberarcene. La vita spirituale consiste proprio nel vedere noi stessi alla luce di Dio e, in questa prospettiva, chiamare ciò che ci allontana dal Signore con il proprio nome. Il peccato non è anzitutto una trasgressione ad un comando divino ma ad un progetto di bene, alla mia piena realizzazione. È Dio che mi ha creato e lui solo sa cosa mi costruisce e cosa mi distrugge. Il peccato è male perché ci fa del male, non perché qualcun altro lo ha deciso... In questa prospettiva, allora, scoprire le mie ombre, dar loro un'identità, diventare autentico per affrontarle, sono azioni possibili grazie all'illuminazione che ci procura lo Spirito Santo. Che il Signore ci aiuti ad affidarci a lui che ha il potere di liberarci da ogni colpa e da ogni tenebra!