Omelia (06-07-2015) |
Paolo Curtaz |
Matteo riprende uno dei racconti dell'evangelista Marco e lo semplifica. I protagonisti sono sempre due donne: la ragazzina ammalata e l'emorroissa. Copiando Marco, Matteo aggiunge un dettaglio simpatico: rende pubblico il pensiero segreto della donna che da tempo soffre di perdite di sangue. Una malattia invalidante, la sua, che, a causa delle rigide prescrizioni rituali, le impediva di avere qualunque contatto con chicchessia. Nell'antropologia biblica il sangue contiene la vita e, perciò, toccare il sangue o, peggio, nutrirsene, significa appropriarsi della vita altrui. Una donna durante il periodo del flusso mestruale non poteva essere toccata. Immaginiamoci una situazione in cui l'emorragia era continua! Questa donna arriva da Gesù in uno stato di totale solitudine: non ha più una vita affettiva e nemmeno una sociale. Nonostante questo ha talmente tanta fede e tanta disperazione da credere che se riesce a toccare anche solo il lembo del mantello del Signore, sarà guarita. E così accade. Non è lei a contaminare con la sua impurità il maestro, ma è Gesù a contaminarla con la sua purità. Sfioriamo, oggi, il mantello della presenza di Dio... |