Omelia (29-07-2015)
Paolo Curtaz


Marta e Maria sono, nei Vangeli, l'immagine e il simbolo di come deve essere il discepolo che alterna la meditazione e la preghiera all'operosità e al lavoro. Una scorretta interpretazione dei Vangeli ha, nel passato, contrapposto le due sorelle che, invece sono i due binari su cui corre il treno della fede. Non esiste una meditazione che non sfoci nell'azione. È sterile un servizio che non attinga forza dalla preghiera. Oggi la Chiesa celebra l'attivismo di Marta, attenta ai bisogni dell'ospite, concreta nel preparargli una cena sicuramente gradita. Il benevolo rimprovero di Gesù non è certo indirizzato alla sua azione, so per certo che il Maestro ha molto apprezzato la cena!, ma alla preoccupazione, all'agitazione che hanno caratterizzato la buona iniziativa di Marta. Siamo chiamati ad agire, certo, e a rendere concreta la nostra fede ma con uno sguardo continuamente rivolto al Signore: è lui l'origine del nostro servizio, lui la motivazione, lui il premio. Chiediamo a Santa Marta, oggi, di essere sempre molto concreti nel declinare la nostra fede in gesti quotidiani pieni di speranza.