Omelia (21-08-2015)
Paolo Curtaz


Ormai è diventata una gara, un gioco. Sporco e inopportuno, ma chi se ne avvede? I farisei hanno saputo che quel falegname venuto dal nulla ha chiuso la bocca ai sadducei. Ai sadducei! Gli aristocratici di Gerusalemme, alieni alle novità, capaci di adattarsi ad ogni situazione, anche sfavorevole, come la presenza dei romani. Custodi della tradizione, inossidabili nelle loro convinzioni e nella loro religiosità mummificata. Ha chiuso loro la bocca. Bisogna reagire. Ci penserà uno scriba, un dottore della Legge, uno che ha studiato, un teologo, diremmo noi. Bisogna vincere, umiliare l'ignorante Nazareno. E pone una domanda. Per metterlo in difficoltà, per misurare la sua (supposta) poca dimestichezza con le sottigliezze dottrinali. Conosciamo la splendida risposta del Maestro, affatto superficiale. Ma che tristezza vedere brandire la Scrittura come un corpo contundente, con il preciso intento di mettere in difficoltà, di umiliare, invece che di illuminare e convertire. Stiamo attenti a non commettere anche noi lo stesso madornale errore. Non ci siano mai dispute all'interno della Chiesa, solo condivisioni.