Omelia (26-08-2015) |
Paolo Curtaz |
Gesù non è intimorito dall'autorità degli scribi o dalla fama che circonda i farisei: non si fa scrupolo nel segnalare i difetti dei loro atteggiamenti. E uno in particolare il Signore stigmatizza: quello dell'ipocrisia, cioè dell'apparenza, del mostrarsi diversi da ciò che si è veramente, indossando la maschera del devoto. Come se Dio, che esiste e agisce!, non vedesse, invece, il nostro vero volto! Come se Dio non volesse da noi l'onestà e la correttezza... Dio preferisce il figlio svogliato ma autentico a quello perfettino e ipocrita! Dio vuole con sé dei figli, non dei giusti! Così i farisei erano molto attenti al loro ego spirituale, attenti a presentarsi sempre con l'aura di santità che la folla attribuiva loro. Come dei sepolcri, belli fuori, ma pieni di marciume al proprio interno. Presentiamoci con onestà davanti a Dio, anche se il nostro volto è sfigurato e la nostra anima è lorda e necessita di conversione. E stiamo attenti a riconoscere i profeti là dove sono, nel momento in cui vivono, senza ostacolarli. Quante volte, anche nella Chiesa, erigiamo monumenti ai profeti che appena ieri abbiamo ignorato e misconosciuto! |