Omelia (11-09-2015)
Paolo Curtaz


Il rischio c'è eccome. Quello di essere come delle guide cieche che conducono altri. Per cadere entrambi in un fosso. Siamo guide cieche quando pretendiamo di conoscere la strada, senza ammettere con umiltà che Cristo è l'unica via, siamo guide cieche, come spiega magnificamente il Signore, quando, pieni di noi stessi, crediamo di essere capaci di giudicare gli altri senza prima togliere la trave che portiamo nel nostro occhio. Siamo guide cieche quando ci sostituiamo a Dio, magari proprio nel suo nome!, e pensiamo di essere se non proprio dei maestri almeno dei bravi istruttori sulla via della santità. No: uno solo è il Maestro e noi siamo tutti discepoli. Tutti, anche il migliore fra noi, anche chi è più avanti nella conoscenza di Dio, anche chi crede di sapere già molto, anche chi fra noi ha un ruolo per la comunità, anche chi è prete o vescovo o maestro dei novizi. Siamo tutti discepoli e dobbiamo vigilare costantemente, fare in modo che nessuna trave ci impedisca di vedere dove mettere il piede. Ristabiliamo le priorità nella nostra vita, seguiamo saldamente le orme del Maestro.