Omelia (22-09-2015) |
Paolo Curtaz |
Ascoltare la parola di Dio e metterla in pratica, confrontarci quotidianamente con la Scrittura, farne una lettura spirituale, cioè nello Spirito Santo, e lasciarla calare nelle decisioni che dobbiamo affrontare, ci rende famigliari del Signore Gesù, suoi fratelli nella fede. È una delle tante inaudite verità del Vangelo, se preso sul serio: ai legami di sangue, al clan, alla famiglia intesa come tessuto sociale legato alla parentela, Gesù osa contrapporre l'idea di comunità e di discepolato. Scegliamo di essere fratelli e sorelle perché non condividiamo più il sangue ma la fede, le scelte di vita, la conoscenza del Vangelo. È Cristo che ci ha scelti, lui ci unisce e questo legame supera ogni differenza di etnia, di condizione, di cultura. Anche voi lo avete sperimentato: potete trovarvi in un paese straniero, con cultura e tradizioni molto diverse dalla vostra, ed incontrare una comunità cristiana che vive la vostra stessa speranza, che accoglie la stessa Parola, che professa la stessa fede. Meglio: se abbiamo avuto dei pessimi legami famigliari, possiamo crearne di nuovi a partire dalla stessa esperienza di ascolto della Parola. Che meraviglia! |