Omelia (03-10-2015)
Paolo Curtaz


I discepoli tornano dalla loro prima missione. Sono elettrizzati, carichi di entusiasmo: hanno sperimentato l'inatteso, l'efficacia della Parola passare dalle loro povere parole. Hanno visto persone cambiare, illuminarsi, guarire, credere. Sono un fiume in piena mentre raccontano, ridono, scherzano, è un momento di intensa felicità. Gesù cerca di farli tornare con i piedi per terra, prova a fare un po' di catechesi su quanto hanno vissuto ma nulla, l'entusiasmo è un torrente in piena. Allora anche Gesù si lascia coinvolgere, lascia fluire lo Spirito, esulta e loda il Padre. Si aspettava fossero i farisei e gli scribi ad accogliere le sue parole, attenti com'erano alle cose di Dio. Invece, chiusi nella loro arroganza, non si schiodano dai loro pregiudizi. Sono i piccoli, i semplici ad accogliere le novità di Dio. La gioia è sempre contagiosa, la gioia più autentica e profonda, quella che ci deriva dall'incontro con il Vangelo. Ed è splendido iniziare la giornata pensando che Gesù gioisce per i nostri risultati, per le nostre conquiste, per le nostre gioie. Solo un grande cuore sa gioire della gioia altrui!