Omelia (10-10-2015)
Paolo Curtaz


Che tenerezza la scena che ci descrive Luca! Quella mamma molto mediterranea che, presa da entusiasmo, manifesta tutta la sua (speriamo santa) invidia per la mamma di un figlio così bello e ammirato. Gesù interrompe la sua predicazione, divertito e stranito da quell'intervento, e ne approfitta per ridimensionare l'entusiasmo della signora e per darci un'indicazione: tutti possiamo appartenere alla sua famiglia se accogliamo la sua Parola e la mettiamo in pratica. Il Vangelo non teme di proporre un modello che supera la famiglia tradizionale, il clan: è la comunità, la Chiesa, l'insieme di coloro, cioè, che senza essere legati dal sangue sono legati dalla stessa passione e dalla stessa esperienza di fede. E, forse, Luca vuole anche fare un complimento alla vera madre di Gesù, a Maria, alla straordinaria adolescente di Nazareth che, grazie alla sua fede, ha reso possibile la salvezza. Lei che davvero ha accolto la Parola che in lei si è fatta carne. Meditiamo la Parola, caliamola nella nostra giornata, lasciamola illuminare (e anche stravolgere) le nostre scelte. Diventando, così, famigliari di Dio.