Omelia (12-10-2015) |
Paolo Curtaz |
Possiamo avere un approccio malvagio a Dio. Un approccio malvagio al Vangelo e al Signore. Tremano i polsi anche solo pensarlo ma Gesù stesso lo afferma con forza, amareggiato dalla reazione dei suoi concittadini. Che è brava gente, immagino. Non dei delinquenti seriali. Brava gente con le proprie vite, le proprie abitudini, la propria devozione, la propria fede. E fra questa gente, certamente, figurano fior di devoti, persone di grande spessore e caratura. Eppure, alla fine della fiera, sono malvagi perché impermeabili, resistenti, restii, intimamente refrattari ad ogni anche pur minimo cambiamento. Ostili e respingenti. Più dei goym, i pagani così disprezzati dai giudei. Più dei peccatori di Ninive, la grande città che accolse la predicazione di Giona. Gesù stesso spiega la ragione del suo giudizio così duro: questi, alla predicazione del profeta, almeno si interrogarono, almeno provarono ad ascoltare. Non così la brava gente di Gerusalemme o di Nazareth, nemmeno disposti ad ascoltare. Vegliamo su noi, allora, che non ci succeda qualcosa del genere, nonostante tutte le buone intenzioni. Ecco: ben più di Giona e di Salomone abbiamo qui! |