Omelia (20-10-2015)
Paolo Curtaz


Stiamo pronti, il Signore viene. Alla fine dei tempi, certo, come professiamo nella nostra fede ogni domenica a messa. Lo attendiamo glorioso, tornare per rimettere ordine alla Creazione, per ricapitolare tutto in lui in un finale fatto di misericordia e giustizia. Ma, anche, il Signore viene ogni giorno in mezzo a noi, chiede ospitalità nei nostri cuori, nelle nostre anime. Ci avviamo alla fine dell'anno liturgico e la Chiesa ci invita ad alzare lo sguardo, ad andare oltre, a innalzare il nostro giudizio sulle cose del mondo. Spesso, troppo spesso, limitiamo il nostro sguardo alla settimana che stiamo vivendo o, al massimo, alla fine del mese prossimo. O all'anno che verrà. O alla pensione che non avremo mai. E dopo? Dopo dopo? Dopo la nostra morte e quella dei nostri figli e dei nostri nipoti? Alziamo lo sguardo oggi, davvero: davanti all'immensità del cosmo sappiamo capire molte cose. Davanti al mistero immenso che è l'Universo possiamo davvero leggere le nostre piccole vicende con uno sguardo più rasserenato. Viene il Signore, questo solo conta. Vegliamo allora, ne vale la pena.