Omelia (22-10-2015)
Paolo Curtaz


Il Signore è venuto ad accendere un fuoco sulla terra, è venuto per scatenare un incendio! Un incendio d'amore, un fuoco divorante che accenda le coscienze, che scaldi gli animi, che illumini ogni percorso! Quanti pensano che la religione sia oppio dei popoli, quanti vivono la fede come un anestetico che ci permette di sopportare gli inevitabili dolori della vita, quanti rappresentano i cristiani come delle mummie da museo, inossidabili, irrigiditi sulle proprie posizioni, sbagliano di grosso (anche se molti cristiani proprio così si comportano, purtroppo!). È fuoco divorante, Cristo. Insopportabile anelito, desiderio infinito, dilagante nostalgia. È fuoco, non tiepido solletico. Perciò è possibile anche lottare per lui, e soffrire, perciò è possibile litigare con la propria famiglia pur di non perderlo. Perciò è concepibile il martirio, perché l'incontro col Signore vale più della vita stessa. Avviciniamoci alla sorgente di questo fuoco perché scateni in noi un incendio di fede, un rogo che bruci le nostre paure e le nostre resistenze e illumini la strada che ci conduce verso il Padre!