Omelia (28-10-2015) |
Paolo Curtaz |
Gesù sta salendo a Gerusalemme. Lì ci sarà la resa dei conti. Lo sa e ha indurito il suo volto: anche se l'ostilità cresce, andrà fino in fondo, senza paura, senza cambiare una virgola del suo messaggio. Si mette in gioco, il Maestro, come solo lui sa fare, prende molto sul serio la sua missione. Certamente più di quel tale che lo avvicina per avere conferma della propria salvezza. Parla di contabilità salvifica, dà per scontato il fatto di essere compreso nel gruppo dei salvati. La risposta di Gesù è davvero dura: è meglio non dare mai nulla per scontato. Più saggio non mettersi nel gruppo dei salvati, anche se discepoli, anche se seguaci, anche se abbiamo frequentato le piazze in cui c'era il Signore. Meglio stare all'erta, sforzarsi. Soprattutto se abbiamo ricevuto tanto. Perché tanto ci verrà chiesto. Stiamo attenti a non cedere alla tentazione del dividere il mondo in buoni e cattivi, in devoti e impenitenti, in convertiti e dubbiosi. Attenti a fare le classifiche di santità o di consapevolezza della fede. Badiamo, piuttosto, ad ascoltare con verità, mettendo in pratica quanto più possibile ogni parola del Signore... |