Omelia (11-11-2015)
Paolo Curtaz


Nessun miracolo immediato. Solo una gran delusione. I dieci lebbrosi, di cui uno straniero ma, nella malattia, spariscono le differenze, sono un po' delusi da questo profeta che chiede loro di andare al tempio. E mentre camminano sono guariti perché sempre la guarigione avviene mentre siamo per strada. Le differenze, allora, si fanno sentire: il samaritano non ha alcun tempio in cui andare a ringraziare e nessun sacerdote che certifichi l'avvenuta guarigione. Torna dal tempio, torna dal sacerdote, il Cristo. Il quale è amareggiato per la conclusione della vicenda: uno solo è tornato indietro a ringraziare? E gli altri? È più facile guarire dalla lebbra che dall'ingratitudine! E Gesù commenta: dieci sono stati sanati ma uno solo è stato salvato. Perché non è vero che ci basta la salute, a noi serve molto di più, ci serve la salvezza. Curiamo il nostro corpo, certo, la nostra alimentazione e le nostre abitudini. Ma curiamo anche la nostra anima perché non appassisca, perché non si spenga. E ringraziamo il Signore per tutte le guarigioni che abbiamo ricevuto e che riceviamo!