Omelia (05-12-2015)
Paolo Curtaz


Quanto mi mette in crisi questo Vangelo! Quanto lo vorrei cancellare dalla mia vita interiore! Gesù vede le folle sperdute e sfinite, come pecore senza pastore e ne prova compassione. Davanti a questa pagina abbiamo un sussulto interiore di emozione e di gioia. Ecco: Dio vede, ora interviene. Macché. Vede le folle senza pastore e... inventa la Chiesa! Chiede a noi di farci carico delle pecore, di annunciare la compassione dono di Dio, di prolungare la sua azione di misericordia verso i poveri e gli esclusi. Siamo noi il volto compassionevole di Dio verso le persone che incontreremo oggi, soprattutto verso coloro che ci piacciono decisamente meno. Come abbiamo visto ieri, il Signore non ci guarisce senza di noi. Così, oggi, il Vangelo di propone la stessa imbarazzante logica: il mondo si salva solo se è amato e Dio lo ama attraverso di me. Diventiamo capaci di scacciare i demoni, le paure e le ombre, i peccati e gli errori, non perché migliori ma perché inviati. Siamo compassionevoli perché noi per primi abbiamo sperimentato la compassione. Riaccendere in noi la presenza di Cristo significa anche donarlo a chi incontriamo!