Omelia (07-12-2015)
Paolo Curtaz


Oggi abbiamo visto cose prodigiose. E continuiamo a vederle. E le celebreremo fa qualche giorno, cantando con gli angeli la venuta di Dio. Vediamo come Dio ci raggiunga e ci liberi da ogni paralisi. Che sia il peccato, la disistima, la sofferenza, qualunque sia la ragione della nostra paralisi interiore, Dio ce ne libera. Ma, per essere liberati, dobbiamo superare un muro di obiezioni e di ostacoli. La folla che ci impedisce di avvicinarci al Signore, quelli, cioè, che ci prendono in giro se lasciamo uscire la parte migliore di noi stessi, che ci guardano con commiserazione perché ci professiamo credenti o, perlomeno, cercatori di Dio. La folla del "politicamente corretto" che applaude entusiasta a Papa Francesco, fustigatore di costumi, ma si guarda bene dall'ascoltare ciò che dice e a convertirsi. La folla che ha stravolto il Vangelo, rendendolo insipido. Ma, anche, dobbiamo superare il giudizio dei super-credenti, di quelli che discettano, discutono, analizzano, che pongono sempre delle condizioni, investiti come si sentono della conservazione integerrima della fede. Ma se riusciamo ad andare oltre, se riusciamo ad arrivare a Cristo, saremo salvi.