Omelia (09-12-2015) |
Paolo Curtaz |
Sì, Signore, siamo affaticati e oppressi. Affaticati da ritmi di vita incalzanti, da un mondo che ci chiede sempre di più dandoci sempre meno. Oppure ci scarta, lasciandoci sprofondare nella solitudine della nostra vecchiaia. Siamo oppressi dalle tante richieste di chi ci sta attorno, dalle notizie sconfortanti e terribili con cui farciscono l'informazione, dall'ansia da prestazione in un mondo che chiede sempre tanto, sempre troppo. Siamo affaticati ed oppressi e non ci basta un po' di vacanza, qualche ricostituente, uno po' di svago. La nostra è una solitudine profonda, una stanchezza esistenziale, un dolore continuo. Volentieri, in questo prossimo Natale, vogliamo imitarti. Nella mitezza e nell'umiltà di cuore possiamo trovare la pace. Scegliendo la pace invece della rabbia e della violenza. Scegliendo di accoglierci come siamo, da te amati senza condizioni, piuttosto che correre dietro alla follia vanagloriosa del nostro tempo. Non è facile esserti discepoli, ovvio. Ma è un giogo leggero, cento volte più leggero di quello che gli altri impongono e che non ci conducono a Dio. |