Omelia (14-12-2015) |
Paolo Curtaz |
Vorrei solo capire perché, alla fine della fiera, abbiamo sempre un bisogno insopprimibile di mettere dei paletti, di rilasciare le patenti, di porre dei timbri. Lo facciamo quotidianamente, soffocati come siamo dalla burocrazia che, fra le altre cose, ha strangolato il nostro paese. Ma perché farlo anche fra credenti? Intendiamoci: ciò che abbiamo veramente ricevuto dal Vangelo mediante la successione degli apostoli è un patrimonio che va custodito con cura: non so che farmene di un Gesù piacente e alternativo che, però, ha poco a che vedere col Gesù proclamato dalla prima comunità cristiana. Ma, detto, questo, perché non lasciamo a Dio fare il suo mestiere? I censori del tempo, sommi sacerdoti e scrivi, dottori della Legge e farisei, sono molto impegnati nel far zittire le persone che, secondo loro, non interpretano correttamente la tradizione. E questo in un mondo, come quello ebraico, da sempre aperto alle molte sfumature interpretative! Gesù non si lascia mettere all'angolo: un conto è l'autorità, un conto l'autorevolezza. Non necessariamente l'una coincide con l'altra. No, né lui né il Battista agivano per conto di qualche autorità. Ma con immensa autorevolezza... |