Omelia (21-12-2015) |
Paolo Curtaz |
È Elisabetta a parlare. Come hai fatto a credere Maria? È il più bel complimento mai reso alla Madre di Dio. Beata colei che ha creduto. Maria è beata perché ha creduto. Perché si è fidata, perché ha lasciato spazio a Dio, ha lasciato che potesse agire nella sua vita, ha lasciato fare. Elisabetta ha atteso un figlio per anni. Poi ha visto i primi segni dell'invecchiamento, finché ha capito che il proprio corpo aveva smesso di attendere. Insieme al grembo in lei si era avvizzita la speranza, e si era chiusa in un silenzio cupo e dolente. Poi, un giorno, Zaccaria era tornato a casa scosso e radioso. Elisabetta sa bene che Dio compie cose impossibili. Sa bene che occorre insistere, fidarsi, credere. Ma ciò che è successo alla sua piccola cugina supera ogni possibilità di immaginazione. Maria è madre dei discepoli perché è stata la prima a credere nel Dio dell'impossibile. Ed è una gioia immensa poterla accogliere nella nostra vita, lei che, sempre porta il Figlio. Se siamo qui a parlare garbatamente di lei, dopo duemila anni, è proprio perché ha creduto. Come noi fatichiamo a fare. |