Omelia (18-02-2018) |
don Giovanni Berti |
Gesù in campagna elettorale Clicca qui per la vignetta della settimana. In Italia siamo entrati in piena campagna elettorale. Tra poche settimane sapremo (forse) a chi andrà in mano il governo nella nostra nazione. E così assistiamo ad un aumento dei proclami, promesse, presentazioni da parte di chi vuole essere eletto, il tutto accompagnato ovviamente da critiche agli "avversari" politici e scambi più o meno feroci di accuse reciproche. Tutto questo per portare gli elettori a decidere chi mettere alla guida del Paese. Gesù possiamo dire che a suo modo è pure in campagna elettorale. Ovviamente non sto pensando a quella italiana di oggi, ma all'inizio della sua missione di predicatore, così come ci è presentata dall'evangelista Marco. In questo Vangelo, il racconto di Gesù nel deserto tentato da Satana (che sempre si legge all'inizio dei quaranta giorni della quaresima) è ridotto all'osso ma con gli elementi essenziali che ne sottolineano l'importanza. È l'Amore di Dio Padre, lo Spirito Santo, che lo spinge a fare questa esperienza così particolare con un tempo ben preciso. I 40 giorni richiamano inevitabilmente i 40 anni nei quali il popolo di Israele sperimenta la liberazione dall'Egitto e il cammino lungo e difficile nel quale impara ad essere popolo con Dio al comando. Dio nei 40 anni dona a questa massa di fuggitivi senza terra e senza meta un obiettivo e una legge, e soprattutto dona Sé stesso come eterna guida spirituale sopra ogni altra guida terrena e idolo. Gesù inizia da qui la sua missione, sperimentando prima di tutto lui stesso, come uomo, la fatica di seguire Dio nel deserto ma anche la forza e la guida di Dio che nasce dentro e che permette di superare ogni tentazione di mollare e ogni fatica umana. Dopo questa esperienza nel deserto, parte la sua "campagna elettorale" per il Regno di Dio. Dio è candidato a essere eletto come guida del cuore di ogni uomo, perché il suo regnare non è solo nei cieli in un lontano futuro, ma inizia qui sulla terra, ora, in mezzo alla vita concreta dell'umanità. Gesù propone un vangelo, cioè una "buona notizia" (è il significato letterale della parola vangelo), che è di Dio. Gesù parla non per sentito dire, ma ha sperimentato lui direttamente che stare dalla parte di Dio significa davvero superare anche il deserto più faticoso della vita, e addirittura sperimentare dentro quel deserto il servizio degli angeli, cioè l'amore di Dio, la forza della vita e la felicità vera. Il Vangelo che proclama Gesù non consiste in una serie di leggi e obblighi da rispettare, pena quale sanzione o punizione, ma è una proposta di vita dove la carità è al centro, la speranza è sguardo nuovo verso il futuro, e la fede è l'atteggiamento quotidiano di base. Il Vangelo è la buona notizia che Dio non è distante ma vicino, bisogna quindi convertirsi a partire dal cuore, cioè fare la scelta di fondo di fidarsi e accogliere i suoi insegnamenti, così come Gesù mostra nella sua stessa vita. E il tempo per questa conversione del cuore è questo, è arrivato, non sta quindi in un tempo lontano e futuro. Non è prevista l'astensione nelle "elezioni" del Vangelo. Disinteressarsi di Gesù, non coltivare la fede, lasciare in disparte l'appello di conversione, è già una chiara presa di posizione, che ha il concreto rischio di non far eleggere Dio al governo del nostro cuore e della nostra vita. Il 5 marzo, giorno dopo del giorno delle elezioni politiche, sapremo chi avrà in mano le sorti della nostra nazione. Se andare a votare è un obbligo morale di chi ama la propria nazione e si sente corresponsabile della vita civile comune, votare per eleggere o no Dio nel cuore è una necessità alla quale non possiamo sfuggire. La predicazione/"campagna elettorale" di Gesù per Dio è già iniziata e continua per tutta la quaresima. Ma già fin da adesso possiamo votare Dio e far si che la nostra vita personale e comunitaria entri a far parte del suo Regno. Clicca qui per lasciare un commento |