Commento su Mc 1, 32-38
"Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portarono tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demoni...Al mattino si alzò quando era ancora buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava."
Mc 1, 32-38
Come vivere questa Parola?
Nel Vangelo di oggi, Marco ci presenta la prima giornata messianica di Gesù. Ne seguiranno altre, diverse per gli incontri, ma con la stessa scansione: miracoli, guarigione di molti, preghiera. Nel rivolgersi al Padre, Gesù sceglie momenti chiave della sua vita: prima di chiamare i suoi apostoli, dopo la moltiplicazione dei pani, prima della passione e il suo atteggiamento "manifesta un carattere di intimità che non ha riscontro in nessun'altra preghiera di uomini". Proprio per questo evidente abbandono e fiducia i suoi più intimi gli domandano: "Insegnaci a pregare". E allora scaturisce dal cuore del Maestro la perla preziosa del "Padre nostro", che rivoluziona per i secoli dei secoli il tipo di rapporto degli uomini con Dio.
Oggi ripeterò, anche solo sussurrandolo, il Padre nostro sentendomi tra le braccia del Padre/ Abbà.
La voce di un biblista
"Il contatto diretto col Padre è il sole che illumina il cammino di Gesù. E così il Signore ci insegna a pregare. Pregare è mettersi in disparte, stare di fronte a Dio, attendere in silenzio e soprattutto ascoltare Dio che ci parla."
Silvano Fausti
Sr Graziella Curti - direttice@fmamelzo.com