Omelia (25-02-2018)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mc 9, 7-8

"Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro."

Mc 9, 7-8


Come vivere questa Parola?

Un gioco di luci e ombre, di nuvole, di cielo, di orizzonti inaspettati riempie la liturgia di oggi. L'episodio della Trasfigurazione crea una soluzione di continuità nei racconti evangelici. Anche nel racconto di Marco, essa è come uno iato temporale che interviene nella quotidianità degli apostoli. Spazio e tempo si svuotano e permettono all'infinito di svelarsi. La prima luce, così insostenibile agli occhi e che aveva permesso di vedere Gesù trasfigurato e la presenza di Elia e di Mosè, ora si riveste di una nube, che dà sollievo agli occhi e ripara con un'ombra Pietro, Giacomo e Giovanni, spaventati. Certo le ombre fanno paura, soprattutto se sono indecifrabili e disegnano all'esterno i fantasmi che ci abitano, ma le ombre proteggono e aiutano a resistere anche in situazioni limite. Il mistero svelatosi nella trasfigurazione era un'irruzione improvvisa ed eccessiva di Dio nell'esperienza degli apostoli. L'ombra permette loro di affrontare il ricordo dell'accaduto e l'impronta indelebile della resurrezione impressa in loro li aiuterà ad accogliere il mistero della Pasqua, nel suo drammatico muoversi tra morte e vita.


Signore, la liturgia è lo iato che offri a noi quotidianamente per incontrare il tuo mistero e permettere alla nostra umanità di penetrarlo. Che questa domenica, questa liturgia ci metta in dialogo con l'impronta indelebile della resurrezione che è in noi e ci aiuti a vivere già ora da risorti!


La voce di E. Mounier

"L'amore? Significa offrire la propria vita per l'altro, tutto fino alla carne della propria anima, e alla carne dei giorni che non valgono, al di fuori della trasfigurazione portatavi dall'Altro."


Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it