Commento su Mc 7, 28-30
«Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro-fenicia. Ed egli le disse: "lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini". Ma essa replicò: "Sì, Signore, ma anche i cagnolini, sotto la tavola mangiano le briciole dei figli". Allora le disse: "per questa tua parola va', il demonio è uscito da tua figlia".»
Mc 7, 28-30
Come vivere questa Parola?
Il cuore dell'evento non è tanto la parola di Gesù, che magari ci lascia un po' perplessi, ma la risposta della donna, una straniera, una non ebrea che ha intuito e riconosciuto il pane della divina misericordia attraverso il racconto di miracoli precedenti fatti dal Maestro. Di questa grande abbondanza, profusa da Gesù tra la sua gente, " i figli", a lei bastano poche briciole. Una lezione per noi che, supernutriti dal pane eucaristico, siamo indifferenti di fronte a questo meraviglioso dono che spesso consacra le nostre giornate, dà coraggio e speranza al nostro cammino.
Nella preghiera, ringrazierò il Signore per il dono misterioso e grande dell'Eucaristia.
La voce di un religioso biblista
"Gesù cammina e cresce nella fede, imparando qualcosa su Dio e sull'uomo dall'amore e dall'intelligenza di una madre straniera. Da questo incontro di frontiera, da un dialogo fra stranieri prima brusco e poi rasserenante, emerge un sogno: la terra vista come un'unica grande casa, una tavola ricca di pane, una corona di figli. Una casa dove nessuno, neppure i cuccioli, ha più fame. Dove non ci sono noi e gli altri, uomini e no, ma solo figli e fame da saziare. Dove ognuno, come Gesù, impara da ognuno. Sogno che abita Dio e ogni cuore buono."
Padre Ermes Ronchi
Sr Graziella Curti - direttice@fmamelzo.com