Omelia (11-03-2018) |
Wilma Chasseur |
Per non perdere la bussola In queste domeniche di Quaresima abbiamo lasciato il Vangelo di Marco per meditare sul Vangelo di Giovanni. E pensate che già Origene vissuto nel terzo secolo dopo Cristo, genio della chiesa orientale dove conserva ancora un ruolo prestigioso anche se discusso, diceva che il fiore delle scritture è il Vangelo e il fiore del Vangelo è Giovanni. In questo brano vediamo la figura di Nicodemo messo in scena solo da Giovanni. Personaggio importante era membro del Sinedrio la massima struttura del giudaismo. Era dunque un maestro della legge, un rabbi influente, e va da Gesù di notte. L'interpretazione immediata sarebbe quella che volesse un po' mimetizzarsi, visto che va di notte, ma da un'esegesi molto interessante che ho sentito, risulta che chi faceva il rabbi lo faceva di notte. Per il semplice motivo che di giorno lavorava per mantenere la famiglia. Quindi di giorno avrà fatto il vasaio o il calzolaio o il pastore di greggi e di notte si dedicava allo studio. Nel mondo antico finito il giorno lavorativo si aspettava la notte per dedicarsi allo studio. Questo ci permette di eliminare qualsiasi dubbio sul fatto che Nicodemo, andando di notte da Gesù, volesse mimetizzarsi, anche perché alla morte di Gesù non si è per niente nascosto, al contrario si è esposto con coraggio. In questo discorso a Nicodemo Gesù ci dà alcune bussole. Infatti noi siamo molto esperti nello smarrirci perché vogliamo fare di testa nostra (come aveva già fatto Adamo dando pure la colpa al Signore). Quindi oggi vi invito a nominarvi un capitano... Il miglior capitano di lungo corso è il Signore(di lungo corso è dir poco perché Lui ha l'eternità) espertissimo di rotte giuste. Se volete che la vostra navigazione sia sicura su questa sgangherata barchetta della vita, date il timone a questo Capitano e arriverete in porto. Le due bussole che ci dà oggi sono la vita eterna e la fede perché "chi crede in Lui ha la vita eterna" Quando inizia la vita eterna? Se, con un sondaggio, ci chiedessero di colpo che cos'è la vita eterna, cosa risponderemmo? Probabilmente tutti diremmo: " E' la vita che inizia dopo la morte". E invece l'evangelista Giovanni dice: " La vita eterna è conoscere Te, l'unico vero Dio e Colui che hai mandato Gesù Cristo". Ecco una notizia sconvolgente, cioè che sconvolge tutti i nostri modi di pensare perché se la vita eterna consiste nel conoscere, significa che essa non inizia alla nostra morte, ma alla nostra nascita. Dio dandoci l'essere ci dà implicitamente anche la capacità di conoscere che diventerà perfetta nell'età adulta, ma ognuno di noi la riceve in potenza già alla nascita. Fin dal battesimo riceviamo in noi la vita di grazia che non è altro che il germe della gloria, quindi nella misura in cui viviamo in grazia, viviamo la stessa realtà della gloria ( benché in germe) la cui pienezza sarà raggiunta quando vedremo Dio faccia a faccia. S. Elisabetta della Trinità diceva: " Ho trovato il cielo sulla terra, perché il cielo è Dio e Dio si trova nella mia anima". Ecco l'eternità vissuta. Cos'è la fede? Ma non basta conoscere, bisogna anche credere: " Chiunque crede in Lui, ha la vita eterna". Se la vita eterna è la realtà più grande, la fede è l'opera più grande e adeguata ad essa. La fede è il tesoro più prezioso che abbiamo perché ci apre gli orizzonti sconfinati dello spirito; e il mondo la perde con estrema facilità per correre dietro a miraggi traditori e chimere ingannatrici. La fede ci fa entrare nel mondo di Dio, ci dà la forza stessa di Dio, illumina la nostra vita, dà senso a quel che facciamo e al perché viviamo: senza la fede la vita diventa una notte tenebrosa senza senso e senza sbocco, se non nel buco nero e vertiginoso dell'eterno nulla. In qualsiasi prova e traversia della vita l'unica domanda che dobbiamo farci è :" In questa prova ho conservato la fede?" Se possiamo rispondere di sì, non abbiamo perso niente anche se avessimo perso tutto. Non c'è peggior catastrofe che perdere la fede: tutte le altre sono niente in confronto perché non metteranno mai a rischio il nostro destino eterno, mentre se perdiamo la fede, la nostra vita che era destinata ad un'esplosione di gloria, finirà in un'estinzione tenebrosa. |