Omelia (25-03-2018) |
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COMMENTO ALLE LETTURE Commento a cura di don Eduard Patrascu Veramente, quest'uomo era Figlio di Dio. Non credo ci sia qualche altro testo nella letteratura che abbia provocato tanti pensieri, riflessioni, conversioni come la Passione di Gesù. Mi viene in mente un articolo di Natalia Ginzburg che dalle pagine dell'"Unità" difendeva il crocefisso (22 marzo 1988). Uno potrebbe pensare che tale contenuto contraddice o quanto meno capovolge le affermazioni di San Paolo nella 1Corinzi 1, dove per gli ebrei, il crocefisso era, all'epoca, una pura pazzia. Per la verità, non sono pochi anche oggi che pensano in questi termini la passione di Gesù; alcuni magari rapportandosi come a qualcosa di retorico. Eppure, quante reazioni, quante prese di posizioni lungo la storia nei confronti della croce di Gesù. Attenti, di crocefissi ce ne sono stati sembra a migliaia in quell'epoca (anche dopo, purtroppo), ma solo la Croce di Cristo ha quest'attrattiva, questa forza indicibile. Questo lo diciamo per ciò che possiamo sapere; ma chi sa quante reazioni, quante conversioni si sono riscontrati nel profondo dei cuori... e magari mai esteriorizzate! Chi lo sa? Sì, lo sa il Signore. Quanti, al tempo di Gesù, hanno mai pensato che il centurione che sotto la croce ha visto morire Gesù, e che proprio per COME era morto, arrivasse alla fede entrando così nel Vangelo... di questo scandaloso vangelo? Vale a dire, un pagano, sicuramente politeista, raggiunge la fede in Dio vedendo morire suo Figlio... per di più in croce, la più grande pena che gli stessi romani potevano infliggere ad un uomo.L' incredibile è che tuttora, questa attrattiva funziona ancora. Per tante persone, per tanti cuori in vera ricerca del senso della vita, della sofferenza, della morte. Nessuna morte è mai riuscita a cambiare tante vite come quella di Gesù. Sì, uno potrebbe obiettare: "ma è risorto Gesù, quindi è normale che abbia questi effetti". Certamente, la risurrezione di Gesù ha il suo peso in tutto ciò, ma bisogna ricordare che il vangelo tramanda il fatto che essendo in Croce, cioè subendo quell'infame pena, si riscontrano almeno due conversioni: quella del centurione pagano e quella del ladrone pentito. Dunque, anche la morte di Gesù produce vita. Un pò sulla scia di ciò che domenica scorsa diceva il vangelo: "Se il chicco di grano caduto in terra muore, porta frutto". E Gesù è stato questo primo chicco di grano che ha portato tanti frutti di fede.Ascoltando questa domenica, ma anche il venerdì Santo, il racconto della passione, non serve fare tante riflessioni o spendere troppe parole. Risulta più utile contemplare ciò che si racconta, cercando di cogliere il grande amore che ha spinto quell'Uomo ad abbassarsi cosi tanto e lasciarsi crocifiggere! La lezione del centurione e del ladrone è stata ben appresa da san Paolo, quando dice "Gesù è morto per i peccatori, primo dei quali sono io". Magari è stato il pensiero del centurione... sicuramente del ladrone. Ora domandiamoci: io che tipo di sguardo ho nei confronti di quell'uomo? Forse sono anche io uno dei tanti passanti che scuotono il capo, si battono il petto e poi... se ne tornano alla loro banale vita? Il centurione e il ladrone ci danno tante lezioni sulla capacità di vedere, incontrare Dio davanti al Crocifisso |