Omelia (25-03-2018) |
fr. Massimo Rossi |
Commento su Marco 14,1-15,47 Visto che questa domenica l'omelia non si può fare, ma un pensiero sì, dedico il mio pensiero alla donna che cosparse di profumo il capo del Signore, suscitando le ire dei commensali... Quanto siamo disposti a fare e a dare, per esprimere il nostro amore per Dio? In questi tempi di crisi, dove tutto scarseggia a cominciare dai soldi, dal tempo,... e le possibilità personali e familiari sono sensibilmente ridotte, fin dove ci spinge il nostro slancio di fede? Non sto parlando della carità verso il prossimo in quanto prossimo; sto parlando dell'amore per Dio in quanto Dio... Siamo di quelli che, pur nella loro povertà, non esitano ad offrire a Cristo un dono che può valere 300 denari, ben oltre le nostre possibilità, nella certezza che niente di ciò che dedichiamo a Dio andrà sprecato? Oppure ci illudiamo anche noi di comprare i favori di Dio per 30 denari? A proposito di Giuda, sembra sia stato proprio lui a esprimere ciò che gli altri pensavano, senza avere il coraggio di dirlo: "Perché questo spreco di profumo?"; segno che conosceva bene il valore delle cose e dei gesti. Ebbene - dice il Vangelo - fu sempre lui, Giuda Iscariota, a pattuire con i Sommi Sacerdoti il compenso per l'arresto del Signore... Questo la dice lunga sul valore che Giuda riconosceva alla persona del Figlio di Dio. Durante questa giornata, facciamoci quattro conti in tasca, e valutiamo quanto tempo, quante energie, e, perché no, anche quanto denaro destiniamo a onorare la persona di Cristo... E capiremo quale valore reale ha per noi Colui che è morto per noi e per tutti in remissione dei peccati. |