Omelia (29-03-2018) |
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COMMENTO ALLE LETTURE Commento a cura di Rocco Pezzimenti 1. Anche in prossimità della Passione, Cristo si mostra padrone del tempo e delle vicende umane. Non va incontro alla sua morte come fa un qualunque uomo, ma la affronta con piena consapevolezza "sapendo che era venuta per lui l'ora di passare da questo mondo al Padre". Del resto, "egli era venuto da Dio e a Dio ritornava". Proprio in questo momento cruciale l'Evangelista ci ricorda che, avendo amato i suoi, "li amò fino alla fine". Ecco allora che, una volta a cena, "si leva dalla mensa, depone le vesti, prende un panno e se ne cinge". Possiamo immaginare lo stupore degli apostoli quando lo videro prendere l'acqua che aveva versato in un catino e cominciare a lavare i loro piedi e ad asciugarli. 2. Lo sbigottimento li lascia senza parole. Solo Pietro si risente ed esclama: "Signore, tu mi lavi i piedi?". Gesù non si scompone, dice solo a Pietro che ora non può capire il suo gesto. Malgrado questa incapacità a capire, l'apostolo ribatte che non si farà mai lavare "i piedi in eterno", ma il Signore gli fa capire il valore dell'esempio: "Se non ti lascerai lavare i piedi non avrai parte con me". Di fronte a questa intimazione Pietro cede. Ama troppo il maestro e risponde d'impulso: non solo i piedi, "ma anche le mani e il capo" come d'impulso, in altra circostanza, aveva detto: "dove andremmo oh Signore, tu solo hai parole di vita eterna". La lavanda richiama il santo Battesimo, il perdono, la misericordia. 3. Si ritornò nel silenzio e alla fine alla mensa. Solo allora il Signore spiega il suo gesto, ma prima premette: "Voi mi chiamate il Signore e il maestro, e dite bene, lo sono". È da maestro che ha compiuto quel gesto a dimostrare che se io "vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri". La pedagogia del Redentore passa attraverso esempi concreti e che debbono essere imitati. Possono forse i servi essere più grandi dei padroni? Certamente no, si debbono perciò adeguare alle loro direttive. A sorpresa l'episodio si conclude con un'altra beatitudine, rivolta agli uomini di tutti i tempi: "Se sapete questo, beati voi se lo mettete in pratica". 4. Paolo non era lì con gli altri apostoli eppure ci spiega perché egli merita a pieno titolo la stessa qualifica di apostolo: è stato istruito da Cristo stesso. "Poiché io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta ho trasmesso". Vale a dire l'istituzione dell'Eucarestia nella notte stessa del tradimento, memoriale della sua Passione. Sacramento che ci accompagna dalla "morte del Signore, fino a quando egli verrà". Per questo intima: "fate questo in memoria di me". È l'istituzione del sacramento dell'ordine sacro del sacerdozio. 5. È dal tempo dell'esodo che si attende l'adempimento di questa promessa quando si promette il sacrificio dell'agnello che verrà consumato come cibo. Misteriosamente il cibo dovrà essere calcolato, forse per evitare inutili sprechi, all'appetito di ciascuno. Il sangue, poi, dovrà essere messo a protezione della casa, anzi ne sarà "un segno distintivo" che preserverà da tutti i mali. "Contro di voi non sarà alcun colpo di sterminio, quando io colpirò la terra d'Egitto". |