Omelia (16-02-2018)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Mt 9,15

«Quando lo sposo sarà loro tolto, allora digiuneranno»

Mt 9,15


Come vivere questa Parola?

La presenza di Gesù ci dona gioia e felicità, per cui - in quel momento - non è necessaria la pratica penitenziale del digiuno: il suo amore deve pervadere la nostra vita e darci entusiasmo per agire. Ciò non significa una spensieratezza sconsiderata, ma una serenità, perché Dio ci è vicino e ci ama e non ci abbandona alla tentazione di fare tutto da noi stessi.

Il digiuno per gli antichi era anche una pratica comunitaria: allora se lo sposo è presente (come dice Gesù) anche la comunità deve fare festa.

Per noi cristiani, la presenza sacramentale e reale di Gesù è nell'Eucarestia, per cui la nostra gioia non viene mai meno: ma essa è sempre unita all'impegno di testimoniare il nostro amore verso Dio e verso il prossimo.


O Signore, la tua presenza mi colma di gioia: rendimi segno del tuo amore in mezzo ai fratelli e sorelle


La voce Messaggio del Santo Padre Francesco per La Quaresima 2018

Il digiuno, infine, toglie forza alla nostra violenza, ci disarma, e costituisce un'importante occasione di crescita. Da una parte, ci permette di sperimentare ciò che provano quanti mancano anche dello stretto necessario e conoscono i morsi quotidiani dalla fame; dall'altra, esprime la condizione del nostro spirito, affamato di bontà e assetato della vita di Dio. Il digiuno ci sveglia, ci fa più attenti a Dio e al prossimo, ridesta la volontà di obbedire a Dio che, solo, sazia la nostra fame.


D. Mario Maritano SDB - maritano@unisal.it