Commento su Gv 2, 13-17
«Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».»
Gv 2, 13-17
Come vivere questa Parola?
Il Vangelo di Giovanni di questa terza Domenica di Quaresima ci presenta un Gesù inedito, che non ci saremmo aspettati, abituati come siamo al Gesù piuttosto "edulcorato" a cui siamo stati abituati fin dagli anni del catechismo. Sì, è vero: per quanto ci sforziamo di attenuare il gesto ‘violento' di Gesù, non riusciamo a mitigare del tutto la forza e l'irruenza del Maestro di Nazaret! «Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: "Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». Eppure, la ‘violenza' di Gesù ha una ragione profonda, perché quello che è in causa è veramente fondamentale: non si possono qui accettare compromessi di nessun genere, perché è in gioco il nome stesso di Dio, la sua vera identità e la relazione autentica con Lui! Il ‘mercato' che avveniva nel tempio sfigurava orrendamente il luogo privilegiato dell'incontro con Dio, facendo credere che anche Dio si prestasse al mercato dell'uomo e fosse in vendita. Dio non si compera e non si vende, mai! Nessuna offerta, per quanto di grande valore, basta per ritenere di averlo a proprio uso e consumo.
Una cosa dunque è certa, Gesù: il tuo gesto sconcertante non proviene dalla collera, ma è generato esclusivamente dal tuo Amore unico, esclusivo e tenace per il Padre tuo. Tu non puoi tollerare che il suo santo volto venga deturpato dalla pretesa dell'uomo di venderlo o di comperarlo!
È una tentazione questa che non è solo dei tempi di Gesù, ma anche di oggi e terribilmente ricorrente in tutti i tempi, anche nei nostri giorni.
In un momento di silenzio e di preghiera, in questo tempo quaresimale di conversione a Dio, cercherò di esaminare attentamente il mio cuore per vedere se c'è anche in me qualche atteggiamento ‘mercantilistico' con Dio, magari ammantato da un intento ‘spiritualistico' non autentico.
La voce della liturgia
Signore nostro Dio, santo è il tuo nome; piega i nostri cuori ai tuoi comandamenti e donaci la sapienza della croce, perché, liberi dal peccato, che ci chiude nel nostro egoismo, ci apriamo al dono dello Spirito per diventare tempio vivo del tuo amore. Amen
Dalla orazione-colletta della liturgia della III Domenica di Quaresima - Anno B.
Don Ferdinando Bergamelli SDB - f.bergamelli@tiscali.it