Omelia (11-03-2018)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Gv.3, 16-18

«Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui."

Gv.3, 16-18


Come vivere questa Parola?

La Parola di Dio di oggi è una dichiarazione della tenerezza del Padre. Il Volto dell'Abbà viene come accarezzato da questo Vangelo di Giovanni che ne delinea una realtà d'amore che ci incanta e commuove. Il recupero della pienezza della vita, che è la vita eterna, è l'unica preoccupazione del Padre. Questa preoccupazione supera tutte le altre perché, esaudire il bisogno di salvezza, sovrasta, per ora, quello della giustizia. "Dio non mandò il Figlio nel mondo per condannare il mondo". Qualunque sia il nostro peccato, la nostra colpa, lo sguardo di Dio è e sarà per noi sguardo di Padre, abbraccio di misericordia. Allora la speranza si fa strada nella nostra vita. Il Signore è con noi attraverso suo Figlio Gesù, che ci ripete: "Il Dio dell'amore e della pace è con voi".


Oggi, nei momenti di silenzio e di preghiera chiederò al Signore di dimorare in me, lo inviterò a fermarsi a casa mia perché con la sua presenza la mia vita esulti di gioia.


La voce di una convertita

"L'amore che ci sforziamo di vivere precipitandoci nella vita degli altri esseri abbandona il nostro cuore ad una inesorabile diversità, ora freddo ora tenero ed ora di pietra. Quando rivolgiamo verso Dio il nostro cuore, egli ci dà quel "cuore di carne «che accende dello stesso fuoco ogni cosa che tocca."

M. Delbrel


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