Commento su Gv. 12, 24-26
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore.»
Gv. 12, 24-26
Come vivere questa Parola?
Gesù si paragona al seme di frumento che manifesta la sua forza vitale proprio quando cade nella terra. Scegliendo di cadere, sceglie di morire per comunicare a tutti la sua vita: non rimane solo, non rimane unico. Gesù ci insegna che il seme che vuole conservarsi perde la sua qualità di seme, non è più quello che deve essere, non comunica più vita. Una vita è tale perché si dona; una vita che non si dona e si chiude in se stessa è sterile: sempre!
Fa' o Signore che non abbia paura a donarmi, non abbia paura a morire, ma possa diventare un canale attraverso cui Tu arrivi ai fratelli!
La voce di Papa Francesco
«A voi (giovani) che siete all'inizio del cammino della vita, chiedo: "Avete pensato ai talenti che Dio vi ha dato? Avete pensato a come potete metterli a servizio degli altri? Non sotterrate i talenti! Scommettete su ideali grandi, quegli ideali che allargano il cuore, quegli ideali di servizio che renderanno fecondi i vostri talenti". "La vita non ci è data perché la conserviamo gelosamente per noi stessi, ma ci è data perché la doniamo. Cari giovani, abbiate un animo grande! Non abbiate paura di sognare cose grandi»
Udienza generale del 24 aprile 2013.
suor Monica Gianoli FMA - gianoli.monica@gmail.com.
|