Omelia (14-03-2018)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Gv 5, 19-20

"Gesù riprese a parlare e disse: "In verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può far nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il figlio lo fa. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, e voi ne resterete meravigliati."
Gv 5, 19-20


Come vivere questa Parola?

Ancora una volta, Gesù ci rivela il Padre. Nel suo esilio e nel compimento della sua missione, l'amore del Padre lo sostiene e lo rigenera ogni giorno. "In verità vi dico, il Figlio da sé non può far nulla se non ciò che vede fare dal Padre, quello che egli fa anche il figlio lo fa". Si tratta di un amore reciproco, che Gesù tenta di spiegarci: "Con queste parole semplici e sublimi, tanto comuni quanto misteriose, ci rivela l'identità di Dio, che è anche l'identità profonda dell'uomo, sua immagine e somiglianza. Ignorarla è la sofferenza essenziale di non sapere ciò che si è". Ricordare e assaporare questa realtà dà profonda gioia e speranza. L'essere figli, infatti, ci consente di riferirci a qualcuno a cui affidarci. Questo Vangelo sembra volerci ripetere che l'opera che Gesù ha compiuto ai bordi della piscina guarendo il paralitico, può compierla anche per noi.


Oggi ripeterò spesso la Parola del Salmo 24: "ricordati, Signore, del tuo amore".


La voce di un profeta moderno

"Ciò che blocca l'uomo è la non conoscenza e la non accettazione della sua identità di figlio- amato! - è origine del suo male: gli fa rifiutare il proprio principio e il proprio fine, ignorare da dove viene e verso dove va."

Silvano Fausti


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