Omelia (15-03-2018)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento su Es. 32, 9-13

Mosè allora supplicò il Signore suo Dio e disse: "Desisti dall'ardore della tua ira e abbandona il proposito di far del male al tuo popolo. Ricordati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo e tutto questo paese di cui ho parlato, lo darò ai tuoi discendenti, che lo possederanno per sempre".

Es. 32, 9-13


Come vivere questa Parola?

Mosè, conduttore di Israele, non demorde nel ripetere a Dio la sua supplica: "...abbandona il proposito di far del male al tuo popolo". Tuttavia, nel corso della sua preghiera, Mosè comprende che non si tratta di convertire jhwh, ma piuttosto di rileggere la storia di Israele a partire dai suoi più lontani progenitori. Ecco allora che entrano in scena Abramo, Isacco e tutti quei servi che sono stati fedeli a Dio.

Il brano dell'Esodo è soprattutto una catechesi sulla preghiera, che, quando è ben fatta, ha il potere di cambiare i nostri pensieri, la nostra stessa vita. Infatti, mentre pensiamo di impetrare grazie per altri o per superare eventi dolorosi, avvertiamo che il nostro cuore si apre a quelle prospettive esaltanti che possono venire solo dal cielo: "Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo". Nel momento in cui ci sembra che tutto sia perduto e cancellato, si apre il firmamento della possibilità di generare, di possedere beni impensabili "per sempre".


Nella preghiera chiediamo al Signore di regalare anche a noi, come ad Abramo una posterità numerosa come le stelle del cielo. Per la sua gloria.


La voce di un profeta moderno

"La speranza è una dimensione dell'anima, è un orientamento dello spirito, un orientamento del cuore. Quanto più sfavorevole è la situazione in cui manifestiamo la nostra speranza, tanto più è profonda la nostra speranza."


V. Havel presidente Cecoslovacchia


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