Omelia (25-12-2002)
Luciano Bartoli
Natale - Messa della notte

Il vocabolo "Natale" vuoi dire anniversario della nascita. Nel secolo IV era di uso corrente. Ma l'etichetta di corte aveva ampliato il senso della parola e l'aveva applicata anche ai giorni che segnavano la glorificazione e l'ascesa al trono dell'imperatore, come quelli della sua apoteosi.
Nei primi secoli, i fedeli di Cristo attribuivano questa stessa denominazione al giorno della vera nascita del cristiano: il battesimo. Era il giorno del sole glorioso, figura del Cristo.
Il titolo che Isaia dà al Messia, principe della pace, indica la missione del Figlio di Dio incarnato: assumendo l'umanità e offrendosi nella sua passione, egli ci riconcilia con Dio, nella nuova alleanza.
Nell'immagine: Gesù, salvatore degli uomini, assume in Maria la nostra carne e viene a vivere nelle nostre sofferenze; l'uomo, fatto di terra, tramite il battesimo, in virtù della passione e risurrezione di Cristo, rinasce alla grazia e viene elevato a dignità eterna.
Dio si è fatto uomo perché l'uomo diventasse Dio. Lo afferma, con molti Padri, S. Agostino.

L'uomo ignora ciò che significa amare veramente. Occorre consentire a imparano da colui che è la vita stessa: questo Dio che scende tra noi per esserci compagno e che, dopo averci creato, ora vuole darci tutto, perfino la sua stessa vita, per farci capire che cosa significa amore.
"Pensando che Cristo è la Pace, noi dimostreremo di portare degnamente il nome di cristiani se, per mezzo di quella pace che è in noi, esprimeremo Cristo con la nostra vita" (s. Gregorio di Nissa).