Omelia (25-03-2018)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)
Commento su Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mc 14,1-15,47

La Domenica delle Palme nella tradizione liturgica è dedicata alla lettura del racconto della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo; il ricordo di questo evento centrale per la nostra fede merita tutta la nostra attenzione e la nostra meditazione sulla sofferenza di Gesù accettata per amore degli uomini a cui il Padre lo ha mandato e per abbandono fiducioso al proprio destino sapendo che il progetto di Dio sulle nostre vite va al di la della nostra comprensione e ha un senso anche nella incomprensibilità della morte.

Ma la liturgia dell'anno ci propone anche nelle prime letture due brani assai significativi per capire il messaggio di Gesù testimoniato nella sua vita e lasciatoci come modello per la nostra vita.


Il primo testo è ISAIA 50,4-7

..........Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio ed io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba, non ho sottratto la mia faccia agli sputi e agli insulti.


Il secondo testo è FILIPPESI 2,5-11

...........Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli pur essendo nella condizione di Dio non ritenne un privilegio l'essere come Dio ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo diventando simile agli uomini. Dall'aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra e ogni lingua proclami "Gesù Cristo è Signore a gloria di Dio Padre....


Alla prima lettura questi testi sembrano preannunciare ciò che davvero avverrà e avvenne durante le ore della Passione, ma il loro grande valore è il progetto che ci indicano per essere davvero suoi seguaci, per essere davvero cristiani non di nome ma di VITA.

Dio ha donato ad ognuno di noi delle qualità e delle capacità (l'orecchio attento e la lingua per parlare) che con coscienza vigile e serena dobbiamo scoprire e riconoscere senza falsa modestia e senza timore (Io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro ) Ma le nostre capacità essendo un dono si realizzano soltanto se sono dono per gli altri, se sono conforto e annuncio ai poveri, ai dubbiosi, agli SFIDUCIATI:

Chi sono oggi gli sfiduciati? Ogni giorno siamo bombardati da cattive notizie, da commenti di diffidenza, di paura del futuro, di rimpianto per un passato idealizzato.

Ogni giorno incontriamo persone che sono state deluse: dall'amore, dal lavoro, dalla famiglia, dalla società. Persone che soffrono emarginazione, allontanamento, derisione...


.COME CI AVVICINIAMO AGLI SFIDUCIATI? SAPPIAMO PARLARE LORO CON IL CALORE DELLA SPERANZA?

A volte però il parlare, l'annunciare ci espongono a critiche, a contestazioni, a incomprensioni a emarginazioni e siamo tentati o decidiamo addirittura di ritirarci in noi stessi, di tacere per il quieto vivere o per salvaguardare il nostro status quo, la nostra posizione sociale e nei casi più gravi per salvare la stessa vita...

Quanto è difficile accettare e vivere la Parola: Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba, non ho sottratto la mia faccia agli sputi e agli insulti


ESPRIMIAMO CON ONESTA' E TRASPARENZA IL NOSTRO PENSIERO SENZA ADEGUARCI ALLA MASSA?, SPENDIAMO PAROLE DI FIDUCIA E DI SPERANZA A RISCHIO DI DERISIONE O DI INCOMPRENSIONE?

Paolo scrivendo ai Filippesi, una delle prime comunità da lui fondate e fedele ed assidua nel testimoniare ed annunciare il Vangelo, dunque orgogliosi di essere cristiani, li esorta non di meno all'umiltà e al servizio

Il termine di confronto è Gesù stesso che pur essendo e avendo coscienza di essere Dio visse ed operò mettendosi a livello degli uomini e spesso degli uomini e delle donne più scartate nella società suscitando addirittura reazioni di scandalo tra i benpensanti.

La sua ripetuta identificazione nominandosi Figlio dell'Uomo è un forte e stimolante pungolo di meditazione per i nostri orgogliosi sentimenti di appartenenza eletta, di cerchia sicura, di verità posseduta, di superiorità morale.


RIUSCIAMO A NON RIMANERE CHIUSI NELLE NOSTRE COMUNITA' TEMENDO DI CONTAMINARCI CON IL MONDO CHE MAGARI CONSIDERIAMO IMPURO?

Gesù al culmine della sua esperienza umana toccò il fondo della condizione umana con una morte disonorevole accanto agli scarti dell'umanità, trattato lui stesso come scarto.

Ma l'esortazione di Paolo ad avere gli stessi sentimenti di Gesù ci indica la strada del servizio silenzioso, del camminare a fianco degli sfiduciati e degli emarginati o scartati senza giudizio, senza vantare alcuna superiorità, considerandoli fratelli amati come noi dal Padre.


RIUSCIAMO A NON SENTIRCI FIGLI ELETTI IN VIRTU' DELLE NOSTRE VITE "ORDINATE" DELLE NOSTRE PIE PRATICHE DELLA NOSTRA APPARTENENZA VISIBILE?

Il racconto della Passione che sentiremo in questa domenica non sarà dunque piangere per i dolori di Cristo in quel giorno ma occasione per rinnovare il proposito e l'impegno ad avere oggi nella nostra vita ogni giorno GLI STESSI SENTIMENTI DI CRISTO GESU'.


Marinella e Enrico - CPM Torino