Commento su At 4, 20
"Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato."
At 4, 20
Come vivere questa Parola?
Giustizia, obbedienza sono i temi con cui Pietro conclude il suo discorso in risposta all'intimidazione degli Anziani. Cos'è giusto? Obbedire alla legge, alle regole dettate da uomini o a Dio? Da parte di Pietro non c'è esattamente l'intenzione di dire che gli uomini dicono sempre cose da non ascoltare. Nelle sue orecchie infatti risuonerà ancora quel "Date a Cesare quel che è di Cesare" di Gesù. L'obbedienza si dà a ciò che autenticamente ci aiuta ad essere più in sintonia con la volontà e i desideri di Dio. In questo caso la spirale, già messa in evidenza dagli Anziani, di violenza, menzogna, corruzione, minaccia intimidatoria, toglie ogni dubbio: ciò non viene da Dio, non è secondo il suo cuore. È quindi da rifiutare, da non ascoltare. Da non obbedire. Pietro non solo dice che non obbedirà, ma chiede ai suoi interlocutori di scuotere la propria coscienza e chiedersi cosa sia davvero giusto. Li mette al muro, ma nello stesso tempo offre a loro un'ennesima occasione di riflessione e conversione. Perché non volete riconoscere che è arrivato qualcuno più grande di voi, qualcuno che incarna la vostra speranza di sempre e non solo è il Messia atteso, ma anche il Redentore?
Signore, non farci soccombere sotto il peso della paura. Scuoti le nostre coscienze, liberaci da ogni compromesso.
La voce di san Paolo
"Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza".
Rm 10, 10
Sr Silvia Biglietti FMA - silviabiglietti@libero.it