Omelia (25-03-2018)
Monastero Domenicano Matris Domini
Commento su Mc 14,27-31

Lectio

27Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse.

Mentre si recano al monte degli Ulivi Gesù rivela ai Dodici il loro imminente fallimento. Si scandalizzeranno, cioè perderanno la fede. E' un termine della tradizione biblico-giudaica e nei vangeli viene collegato a Gesù (Mc 6,3) o alla Parola (Mc 4,17). I discepoli verranno meno quando la Passione di Gesù metterà alla prova la loro fede. Ciò viene predetto con la citazione del profeta Zaccaria 13,7, in cui si parla di un pastore messianico. L'immagine del pastore è usata spesso nel Nuovo Testamento, in collegamento con la morte di Gesù. La morte del pastore e il fallimento dei discepoli sono il contenuto dell'annuncio profetico e indicano come Gesù conosca i piani di Dio, ai quali obbedisce.


28Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea».

La defezione dei discepoli però non è l'ultima parola, così come la croce non è la fine di Gesù. Appaiono all'orizzonte la risurrezione di Gesù e un inizio nuovo nel gruppo dei discepoli. Il risorto aspetterà i discepoli in Galilea, là dove tutto è iniziato. Da là tutto ripartirà di nuovo. Di fatto Gesù darà appuntamento ai discepoli in Galilea, dicendolo alle donne in Marco 16,7. Queste però non lo diranno ai discepoli. Comunque Gesù si manifesterà a loro e li manderà ad annunciare il vangelo.


29Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!».

Nella sua risposta Pietro si riferisce soltanto all'annuncio della loro defezione. Egli parla chiaramente nel suo interesse. Vuole essere l'unico escluso dalla crisi imminente e assicura che resisterà. Questo suo farsi avanti sicuro di se stesso indica che il gruppo dei discepoli comincia già a sfaldarsi. Invece di confidare nella grazia egli si fonda solamente sulla propria forza.


30Gesù gli disse: «In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai».

La risposta di Gesù è rivolta proprio a lui. Il tono con cui Gesù gli parla è categorico e ineluttabile. Il secondo canto del gallo nella letteratura greco-romana, indicava il sorgere del sole.


31Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.

La risposta di Pietro indica una fiducia in se stesso in fase crescente. Il narratore lo sottolinea con l'espressione con grande insistenza. Il discepolo è cosciente dell'imminente martirio. Egli lo esprime in modo quasi paolino, come un morire con Gesù. E' vero che Pietro sarebbe morto per la sua testimonianza per Gesù, ma questo sarebbe accaduto molto più tardi.

La stessa assicurazione la fanno gli altri discepoli e sappiamo quale valore ebbero le loro parole.