Omelia (27-02-2003)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Non confidare nelle tue ricchezze e non dire: «Questo mi basta». Non seguire il tuo istinto e la tua forza, assecondando le passioni del tuo cuore. (Sir 5,1-2).

Come vivere questa Parola?
Queste parole del Siracide sono puntuali e taglienti come lama. Tendono a fare chiarezza e ad asportare dal nostro stile di vita quello che è grave impedimento a un cammino spirituale. Confidare infatti nelle proprie ricchezze siano denaro o roba o un sapere conquistato per primeggiare o native qualità manageriali a servizio di arrivismi egoici, tutto questo è deleterio. Come costruire la casa della propria vita sull'inconsistenza della sabbia! Anche il mondo intero con tutte le sue ricchezze non basterebbe, infatti, a saziare una sete che, provenendo dal mio sé profondo e spirituale, non può essere colmata da beni solo terreni e finalizzati al corto respiro dell'ego e agl'istinti, alle passioni che giocano a illuderlo, a fargli credere di essere forte. C'è poi in noi la tentazione del rimandare la nostra conversione il nostro serio impegno per un cammino spirituale. Ecco, spunta dentro sornione un pensierino: "Domani, sì domani me la sentirò, sarò più disponibile, avrò più energia per fare scelte forti. E del resto, mi fido dell'infinita misericordia di Dio. Lui mi accetta come sono". "Il Signore è paziente – dice il Siracide – ma tu non dire: la sua misericordia è grande; mi perdonerà i molti peccati". Sragionare a questo modo non è come prendersi gioco di Dio? E, dunque, non è anche ingannare noi stessi circa quello che di vero, di bello, di gioioso solo con Lui e per mezzo Suo possiamo avere?

Oggi, nella mia pausa contemplativa, su questo voglio riflettere ma con cuore sereno.

Signore, tu non vuoi che io sia l'aguzzino di me stesso. Vuoi però che, con immensa fiducia in te, io agisca per diventare quello che tu oggi dici nel vangelo: una persona che ha sale (cioè sapienza) in sé ed è in pace con tutti. Dammi una mano - ti prego! – Non permettere ch'io vada fuori strada.

La voce di un vescovo del XX secolo
Donaci, Gesù, il coraggio di entrare nella logica di nudità. Vorrei spiegarla ad Antonella e Valerio che non riescono più a convivere, perché gonfi di sé: nessuno dei due vuol sottomettersi all'altro, e hanno ormai deciso di separarsi. Vorrei spiegarla alle comunità cristiane, al cui interno ci si frantuma spesso per problemi di prestigio, ed è più facile rinunciare alla ricchezza dei beni che a quella del proprio punto di vista.
Antonio Bello