Omelia (15-04-2018)
Missionari della Via


Allora come oggi, i discepoli riconobbero il risorto nello spezzare il pane, segno del dono della sua vita, del suo amore infinito per ciascuno di noi: Ecco il suo recapito: l'amore. Perché Dio è amore (A. Comastri). Subito dopo scomparve dalla loro vista per ricomparire nel cenacolo, di domenica, dove erano tutti riuniti, prima di ascendere al cielo. Ma anche dopo l'ascensione, lui rimane lì, non se ne va: diventa solo invisibile, dando però la certezza di poterlo incontrare sempre, specialmente quando a messa ascoltiamo la Scrittura e partecipiamo allo spezzare del pane consacrato.

Sì, lì incontriamo il Risorto, insieme alla comunità: a messa quel pane spezzato è comunione con il Signore e ci unisce tra noi che vi partecipiamo, rendendoci un solo corpo. Ma che tristezza vedere a messa facce serissime e tristi, espressioni e musi da museo delle cere; oppure chi guarda ansiosamente l'orologio, chi conta le piastrelle o contempla il soffitto; o chi arriva sempre in extremis e parte di corsa alla fine, dove la benedizione conclusiva equivale al "pronti-partenza-via" delle gare di corsa... A volte più che incontrare il Risorto sembra che incontriamo il "Ri-morto". Coraggio, a messa c'è Gesù che ci parla, che ci nutre, che ci comunica la sua vita! Riscopriamone insieme la grazia!


Allora Gesù aprì loro la mente per comprendere le Scritture, che rilessero alla luce della sua risurrezione: leggono dunque e capiscono tutta la sua vicenda con un'altra luce. Se ricordate all'inizio i discepoli di Emmaus se ne stavano andando perché leggevano tutti pessimisticamente e negativamente: avevano le loro idee sballate su Dio e sulla sua volontà. La croce era un non-senso, la sofferenza qualcosa di sbagliato e inutile, la morte di Gesù una sconfitta.

Ora invece leggono tutto illuminati dallo Spirito: la morte di Gesù è la vittoria dell'amore, che si dona fino in fondo e risorgendo vince anche la morte; la sofferenza è segno d'amore per Dio e gli altri; la croce diventa strumento di salvezza.

Ecco, questo è quello che fa lo Spirito: ci dona occhi nuovi per leggere in chiave provvidenziale la nostra vita. Nel nome del Signore ti dico: non buttare via niente della tua vita; ti chiedi: perché mi è successo? Sappi che c'è una grazia in tutto, ma forse non l'hai ancora scoperto! Dio può trasformare tutto in bellezza; non sprecare ciò che vivi: Dio o pera nella tua storia, la tua storia è benedetta. Dio ti vuole bene, non ti molla. Non importa essere forti, ma essere alleati con il forte. Ci son cose che ci fanno soffrire: servono, son utili, se le userai per imparare ad amare e a capire chi hai accanto!

Che il Signore ci aiuti a farne esperienza, per invitare tutti alla comunione con lui, facendosi perdonare i peccati e convertendo la nostra vita al Vangelo.