Omelia (15-04-2018)
Wilma Chasseur
Cosa faceva Gesù da risorto?

Volete sapere cosa faceva Gesù da risorto? Com'era la sua vita in questa nuova "veste"nei quaranta giorni che rimase ancora sulla terra? Pensate che si aggirasse gloriosissimo e luminosissimo, etereo e quasi evanescente dando benedizioni spirituali? Ma neanche per sogno! vi sbagliate in pieno. Doveva fare di tutto e mettercela tutta per convincere i discepoli che non era un fantasma e per far questo chiese loro addirittura da mangiare e mangiò una porzione di pesce davanti a loro. Mai saputo che i fantasmi mangino, questo gesto dev'essere stato il più convincente e il più adatto a fugare i loro dubbi. Ma credete che avesse fame? Ma neanche per sogno! Il corpo risorto non è più tributario delle esigenze biologiche del corpo non risorto essendo sganciato da ogni condizionamento materiale. E allora perché mangiò? Ma per dimostrare che non era un fantasma e che era proprio Lui in persona, anche se con la persona risorta.

• Primo giorno di vita gloriosa
Il brano di Vangelo di questa domenica ci mostra la finale del capitolo 24 di Luca, dove si narra l'incontro con i discepoli di Emmaus. E' dunque il primo giorno della vita gloriosa di Gesù sulla Terra che, anche da risorto, si fa pellegrino e viandante che va ad incrociare le strade dei discepoli scoraggiati e sfiduciati. Talmente sfiduciati che lo credono appunto un fantasma, lo credono defunto e così non lo riconoscono. Ma poco a poco, ascoltando la Sua voce, il loro cuore diventa incandescente. E Lui continua a camminare con loro tutto il giorno, fino a sera. Perché l'uomo è proprio questo: una realtà in cammino, o meglio, "l'uomo è una povertà in cammino verso la divina pienezza" (Don Michele Do). I due discepoli di Emmaus per un po' hanno avuto la grazia insigne di camminare con QUELLA pienezza, senza però riconoscerla. La riconobbero solo dopo e allora, il cuore ardente fece loro riprendere il cammino per tornare a Gerusalemme ad annunciarla.

• Perché non lo riconoscono?
Ma perché non l'hanno riconosciuto subito? Perché lo credevano lontano, fuori dal loro orizzonte e dalla loro vita. E quand'è che noi non Lo riconosciamo? Quando siamo convinti che sia lontano, che non si occupi di noi, che non si interessi alla nostra vita. Allora, come i discepoli, diventiamo tristi, sfiduciati e scoraggiati. Eppure se ci pensiamo bene, quante volte anche noi l'abbiamo incontrato, ma solo dopo l'abbiamo riconosciuto. Quanti luoghi dell'incontro che ognuno potrebbe enumerare, dove Lui ha attraversato la nostra vita, ha incrociato i nostri passi e ci ha rivelato il senso del nostro andare e del nostro cercare. E ci ha dato nuovo coraggio per riprendere il cammino. E ogni giorno ci sarà per noi un nuovo "Emmaus" dove Lui ci aspetta per affiancarci nel cammino. Tocca a noi riconoscerlo e scoprire la fiamma che aveva già acceso nel nostro cuore.