Omelia (21-05-2005) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Pose lo sguardo nei loro cuori per mostrare loro la grandezza delle sue opere. Loderanno il suo santo nome per narrare la grandezza delle sue opere. Come vivere questa Parola? Il Siracide ci presenta oggi una rilettura meditativa della creazione. L'uomo vi emerge sovrano, plasmato con cura dalla mano potente di Dio. Un misto di fragilità e grandezza che poggia sull'onnipotenza divina. L'accento cade inizialmente sulla fugacità e il limite che qualificano l'esistenza umana. Proprio partendo da questa constatazione l'uomo può aprirsi con stupore al riconoscimento della sua innegabile dignità. Sì, egli è posto nell'universo perché "domini sulle bestie e sugli uccelli". Ma non è qui la sua nobiltà. Dio gli ha dato il lume della ragione, e, più ancora, "ha posto lo sguardo nel suo cuore per mostrargli la grandezza delle sue opere", gli ha aperto l'orecchio perché "senta la magnificenza della sua voce" e così possa lodarlo e proclamarne le opere. Contemplare ascoltare lodare annunciare: è il compito regale, sacerdotale e profetico che assimila ogni uomo a Cristo. Ma, attenzione! Gesù ha detto: "Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite!". Cioè: sono sotto i vostri occhi le grandi opere che Dio continua a compiere, anche oggi; risuona ai vostri orecchi la sua Parola, riproposta ogni giorno nella liturgia quotidiana a cui forse partecipate assiduamente, ma lo sguardo del vostro cuore è spento, il vostro orecchio ostruito. Avete trasformato, di conseguenza, la vostra signoria sul creato in tirannia demolitrice che lascia il deserto dietro di sé, e avete imboccato la via del non-senso. La lode si è spenta sul vostro labbro e la tristezza è dilagata là dove Dio aveva seminato gioia. Un invito, allora a tornare alle sorgenti della nostra grandezza, restituendo luce agli occhi del cuore. Oggi, nella mia pausa contemplativa, proverò a verificare se lo "sguardo" del mio cuore è ancora capace di cogliere "la grandezza delle opere di Dio" e di trasalire di gioia per esse. Proverò poi a fare qualche semplice esercizio con-templativo, accarezzando con lo sguardo il cielo, i fiori, gli uccelli, il volto di un bimbo... Sosterò su ciò che attrae maggiormente la mia attenzione, lasciando che mi parli, mi pacifichi, mi consoli. Riaccendi, Signore, lo sguardo del mio cuore e rendilo capace di accorgersi dell'impronta d'amore che tu hai impresso intorno a me e in me. È trasforma la mia vita in un gioioso canto di lode. La voce di un sacerdote scienziato e mistico Mi prostro, o Signore, dinanzi alla tua Presenza nell'universo diventato ardente e, sotto le sembianze di tutto ciò che incontrerò, e di tutto ciò che mi accadrà, e di tutto ciò che realizzerò in questo giorno, io ti desidero e ti attendo. Pierre Teilhard de Chardin |