Commento su Gv 6,34-35
Allora gli dissero: "Signore, dacci sempre questo pane". Gesù rispose: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete".
Gv 6,34-35
Come vivere questa Parola?
Nonostante il desiderio di Gesù, cioè che la folla comprendesse il segno del pane nel suo significato essenziale, la richiesta si situa ancora su un piano del tutto materiale. Allora il Maestro corregge e spiega di nuovo: "Io sono il pane della vita". Un nutrimento esistenziale che toglie la fame delle cose e dei beni superflui. "Chi viene a me non avrà più fame". È la soddisfazione completa dei bisogni più radicali. È l'insorgere di una felicità che toglie la sete di acque poco chiare e deludenti. È la promessa di un dono che permane, che durerà per sempre. È un regalo semplice e profondo di un Dio che si fa pane per le nostre vite.
Nella preghiera di oggi, dirò: "Fa', o Signore, che abbia sempre fame e sete di te e donami un cuore puro perché ti possa scoprire nel quotidiano".
La voce di Papa Giovanni XXIII
"Questo tempo pasquale sarà una sola festa per me, in cui, più calmo nell'intima gioia dell'anima mia, verrò gustando le vostre dolcezze, non mi staccherò dal vostro festino d'amore."
Sr Graziella Curti - direttice@fmamelzo.com