Commento su Gv 6, 56-57
"Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me."
Gv 6, 56-57
Come vivere questa Parola?
Il termine dimora, tanto caro all'evangelista Giovanni, viene qui introdotto per la prima volta nel suo Vangelo. Significa comunione di vita. È il termine tipico dell'amore. La realtà di due esseri, che pur rimanendo distinti, dimorano uno nell'altro. È il canto della reciprocità. Per questo, allora, può succedere che coloro che partecipano all'Eucaristia senza pensare a quello che stanno facendo non entrano in comunione col Signore. Al contrario, amare significa accogliere consapevolmente l'altro "farsi sua casa" dimorare e farsi dimora.
Nella preghiera, chiederò a Gesù di concedermi di dimorare in Lui e di rendermi sua dimora.
La voce di teologi
"La condivisione del medesimo pane e del medesimo calice in un determinato luogo unisce i fedeli al Cristo totale, unendoli tra di loro e con tutti color che partecipano del medesimo pane...La comunione è dunque la sorgente e la forza di ogni vita comunitaria fra cristiani."
Gruppo di Dombes
Sr Graziella Curti - direttice@fmamelzo.com